Letture proibite

Quando ero piccola adoravo restare sola a casa per essere libera di fare ciò che volevo.
Normale.
Ciò che volevo era, la maggior parte delle volte, andare a prendere i libri dalla libreria dei miei genitori e leggerli in santa pace.
Recentemente mi sono ritrovata a chiedere in dono a mio padre alcuni di quei libri, quelli che, mi accorgo ora, da grande, mi hanno segnata di più.
C'era " il Guastafeste" su cui per la prima volta ho letto Brecht e Mayakovsky; c'era la raccolta delle poesie di Prevert; c'era "L' età della ragione" di Sartre; c'era "La luce e il lutto" di Bufalino da cui cercavo di conoscere la Sicilia da lontano e c'era Don Milani.
C'era altro di certo, tendevo a leggere di tutto.... ma alcuni tornano imperterriti a ricordarmi chi sono e da dove vengo.
Perchè leggevo di nascosto?
Che fossi una lettrice appassionata era di dominio pubblico e di certo confessare di leggere Sciascia non era come dire mi sono fumata una canna, mentre non eravate in casa. Eppure il piacere di leggere senza dovere rendere conto a nessuno di cosa pensavo, di cosa capivo, era diverso.
Ricordo nitida, per esempio, una conversazione con mio padre, nel mio periodo Hemingway, che mi chiedeva..."eh leggi tanto ma capisci la differenza tra gli scrittori? Sai dire come sono differenti gli stili per esempio di Hemingway, che stai leggendo ora, e,che so, Verga?".
Io avevo appena avuto un tuffo al cuore perchè arrivando alla frontiera, in Fiesta, il paesaggio era cambiato."Era Spagna." Buttato lì.Giornalistisco, senza retorica eppure potentissimo e vivido .E io ero quasi in orgasmo.E poi scendo in terra e mi chiedo 'Davvero qualcuno può confondere Hemingay e Verga? Davvero pensi che io sia così idiota da non capire le differenze? Ma anche se non le capisco e non le verbalizzo, davvero qualcuno, se io ora gli leggo Addio alle Armi o La lupa prova le stesse emozioni?E se anche fosse, è importante? Non basta godere?
E così ho protetto a lungo molti miei panorami interiori.Ancora ora fatico a condividere alcune cose che mi emozionano molto, che per me sono fondanti, perchè, a tirarle fuori, rischiano di essere etichettate immantinente.
Risposi velocemente, quelle risposte che, avevo imparato, fanno contenti tutti i prof., che siano fuori o dentro la scuola. Pur di tagliare corto e ritornare in Spagna.
E così, meglio leggere di nascosto.
Capire quello che potevo, perchè a tredici anni molto di quello che acchiapavo mi restava oscuro; molti testi erano saggi che trovavo complessi ed era bello potere leggere tre righe qui due lì, non andare in ordine di capitoli ma lasciarmi trasportare dalla curiosità , e godere indisturbata.
Sto dicendo che bastavano i libri e avrei fatto lo stesso percorso, qualsiasi fossero stati i miei genitori?
No.
Perchè ho imparato a imparare quando, quattrenne, stavo in braccio a mamma mentre dava ripetizioni di greco, libera di 'scarabocchiare' tutto ciò che avevo a portata di mano (e devo dire che ora ritrovarmi i miei libri di fiabe pieni di Icò Beia tremolanti mi emoziona, invece di inorridirmi per la mancanza di rispetto per il libro deturpato).
Pecepivo mio padre vibrare all'accostarsi e vivere certi pensieri e certi valori e li volevo ritrovare su quei libri e grazie a quei libri comprenderli.
Le loro emozioni mi hanno guidata, non i loro ragionamenti; men che meno le lezioni frontali o i moraleggiamenti che al contrario mi annoiavano e allontanavano da certi argomenti.
E oggi mi riemoziono a ricevere il dono di potere risfogliare quelle pagine, ingiallite e con odore di vecchio; quelle che conosco, non un'altra edizone, non un'altro stile tipografico, non una diversa impaginazione.
Quelle su cui ho sognato un altro mondo.Che ancora cerco di creare.
Ovviamente con i miei scarabocchi sulla prima pagina.
Mi emoziono e con amore ringrazio gli antenati.

 

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