Mani, cicatrici, fiori


 Tanto tempo fa, ho perso quasi il conto, feci un lavoro molto bello e profondo accompagnta da Mareia Claudia Lange.

Ero stata guidata da lei in sessioni di lavoro emotivo corporeo ma lei arricchiva la sua offerta di accompagnamento con incontri in cui lo strumento per accedere a parti più protette di noi era la danza Butoh.

Il pomeriggio che sperimentai con lei questa pratica eravamo in pochi.Il silenzio era totale e i movimenti erano esasperatamente lenti. In questa lentezza ricordo di avere 'sentito' il mio corpo in un modo preciso e puntuale come mai prima di allora. Ricordo di avere contattato un senso profondo di percezione di me stessa, non intellettualizzato, solo esperito.

Lei ci dava degli spunti, ogni tanto con musica, ogni tanto con parole. 

A volte per me è difficile dare fede a ciò che il corpo racconta nel silenzio.Abituata a tanta testa, tanto ragionamento, tante cause ed effetto, le visioni, le intuizioni, i "è così ma non so perchè" sono sfide sempre attuali.

Quel pomeriggio, tra le tante solleticazioni, una fu più potente delle altre.

Mi vidi avanzare,come fossi una statua di santa in processione, nei sentieri del mio giardino.Nessuno mi portava sulle spalle, ma io ero ad almeno un metro da terra e non camminavo, mi spostavo come ci fosse un carro, una tavola, una qualcosa su cui poggiavo e che si spostava per me.

Avanzando lentamente io accarezzavo i cespugli e le piante che erano ai lati del sentiero e queste immediatamente fiorivano!

Ricordo il senso di calore alle mani e la sensazione di stupore con cui mi misi ad osservarle quando tutto finì.

Ogni tanto questa visione tornava a visitarmi e sempre mi chiedevo se quello che le mie mani facevano nella mia vita poteva essere 'la giusta missione'.

Ho tanto accarezzato, pance, bimbi e varia umanità bisognosa di conforto.Ho tenuto forte campagni e compagne di destino.

Ma quel fiorire mi ha sempre parlato di dovermi spingere più in là.

Ieri ho trattato la cicatrice di una donna dopo tanto tempo che avevo sospeso questa pratica per ragioni  di organizzazione familiare.

Ho sentito l'energia fluire nel suo corpo dopo essere stata compressa a causa del trauma. 

Ho sentito, grazie al benessere di cui sentivo lei stava godendo e di cui mi ha ringraziato mille e mille volte dopo, che effettivamente quei fiori potevano essere lì.

Durante un trattamento di una cicatrice spesso invito le persone a vedere la ferita come una porta attraverso cui la luce può entrare (l'ho presa da Rumi non è poesia mia), credo che ora mi abituerò a vedermi come quella che accompagna i corpi (intesi come tutto quello che c'è e ognuno chiama a modo suo...anima, spirito....)a rifiorire dopo un evento che li ha messi in protezione, dopo che si sono congelati in un processo interrotto e fermo a un inverno perenne.

Come ogni volta che ho una intuizione profonda partirei in quarta a fare solo quello per settimane.

No, ho imparato, resto completa e fatta di tante cose.Farò cioccolata e unguenti, leggerò storie e farò accompagnamenti per legare in fascia, continuerò a essere tutto quello che conoscete ma sì....voglio dare più spazio all'armonizzazione delle cicatrici e voglio anche raccogliere, quando possibile, le vostre testimonianze.

Si inizia!


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