Il bambino più buono

Quasi 11 anni fa vivevo ancora in città , o meglio in un paese-città, Pozzuoli, alle porte di Napoli in un continuum con questa. Avevo casa in un quartiere popolare, in un vicolo dove, affacciandomi alla finestra, potevo stringere la mano alla signora che abitava di fronte. In questo contesto, la mia naturale ritrosia aveva da fare i conti con una intimità forzata e ,devo dire, reggevo bene il confronto con la vita del vicolo.
Anzi , mi piaceva. Il fatto che mi considerassero un po' strana non portava mai a mancanze di rispetto e, in particolare nel periodo del post parto, trovavo un alleggerimento il potere scambiare quattro chiacchere leggere con gente che a stento conoscevo.
Fu così che un giorno una signora che non so bene chi fosse mi fermò chiedendomi del più e del meno della maternità e poi con enfasi chiese " Ma il tuo bambino è bravo?". Io fui stupita della domanda poichè non riuscivo a immaginare un bambino di un anno 'cattivo' ma ero davvero leggera in quell'ambiente, lo rimpiango a volte...non sentivo mai un giudizio, una osservazione sul mio modo di accudire Arturo...Quindi non entrai in risonanza, come poi mi successe più volte in seguito, inalberandomi in discussioni intellettual - esoteriche.Risposì sì, sorridendo, e raccontai qualcosa forse, qualcosa di banale, con tenerezza , qualcosa molto da mamma. Lei annuiva ma allo stesso tempo sospirava e lanciava gli occhi al cielo. Quando terminai mi disse che " Eh! No invece il mio no! E' un monello! Mentre io cucino lui vuole stare sempre attaccato a me...non si allontana un attimo e allora tira fuori tutte le pentole dagli stipetti e ci gioca....tocca tutto quello che ha attorno...." Mi sono messa a ridere di cuore. E l'ho rassicurata "ah questo lo fa anche Arturo ....tranquilla...è solo che io lo considero normale!" .La storia è finita e non sento di dovere aggiungere altro o mi sentirei come quelli che spiegano le barzellette!

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